La sensibilità e la scrittura

Per ogni mestiere afferente alla scrittura c’è una procedura ben precisa da seguire. Sei un blogger e prima di mettere nero su bianco devi tenere conto delle parole chiave, immaginare il tuo post diviso in sezioni, con una parte introduttiva in cui spieghi il contenuto principale, una parte centrale dove approfondisci e una parte finale in cui concludi. Ecco quindi che ti ritrovi a seguire uno schema ben preciso, da cui non scappi.

Ogni testo scritto per un sito web, per un’email, per un blog ha delle regole da rispettare.

Se poi sei uno scrittore e il testo che vuoi scrivere è un romanzo, allora le regole da seguire sono più o meno queste: prima di mettere nero su bianco hai bisogno di creare una serie di schede in cui parli della trama, di ogni singolo personaggio, delle azioni principali e via discorrendo.

Tutto questo è come se costruissi una piccola o grande casa di cui definisci ogni piccolo dettaglio. Ed è affascinante per alcune categorie di persone. Sottolineo la parola “persona”, perché prima della professione viene la persona e ci sono persone che hanno bisogno di schemi e procedure perché così sanno gestire il proprio lavoro con più facilità; e persone che hanno difficoltà a realizzare un progetto scritto affidandosi a queste regole.

Il giusto compromesso è quello di studiare schemi, procedure e regole per poi sfruttarle per rendere al meglio un proprio scritto e non diventarne succubi, con il rischio di sentirsi ingabbiati.

Molto del nostro modo di scrivere dipende dalla sensibilità. Ed è una scoperta che ho fatto da poco. Le persone con una spiccata sensibilità non hanno molta dimestichezza con le schematizzazioni, perché hanno una visione d’insieme tale che, quando iniziano a scrivere sanno già dove vogliono andare a parare, senza dover ricorrere a strumenti esterni.

Attenzione non sto esprimendo un giudizio su quale delle due modalità di scrittura sia quella giusta. Come al solito la cosa importante è che funzioni. Non sto nemmeno sposando la tesi che si possono ignorare regole e le procedure, ma sto solo dando una pacca di conforto sulla spalla a chi, come me, non ci si trova proprio a scrivere seguendo schemi preimpostati.

Se si ha la visione d’insieme e istintivamente si sa dove andare a parare, beh allora si può provare a realizzare un progetto scritto e non semtirsi da meno rispetto agli altri.

Molto dipende dalla sensibilità, che ci induce a ragionare con la pancia, per cui quando quest’ultima si mette in moto, siamo sicuri che stiamo creando qualcosa di buono. Le persone con una spiccata sensibilità hanno come strumenti l’istinto e l’estrema reattività al mondo che le circonda. E quando qualcosa mette in moto questi fattori non c’è schema che tenga. Perché scatterà in loro qualcosa che le spingerà a scavare fino a quando non saranno del tutto appagate, a leggere più libri contemporaneamente pur di essere padrone dell’argomento. E solo allora produrranno il loro testo, sicure di aver fatto del loro meglio.

Sono secchione in un modo quasi ossessivo compulsivo, seguono uno schema bulimico, incamerano quante più informazioni possono su un determinato argomento, per poi rigettarle sotto forma di uno scritto personalissimo, perché tutto ciò che hanno appreso, lo hanno interiorizzato.

È un metodo un po’ strong ma non conoscono le mezze misure e non sono per le cose semplici. Devono fare i conti con il loro senso di inadeguatezza costante e per questo sono sempre in continua sfida con loro stessi, per produrre qualcosa di elevato.

Chi è Orlando? Vi presento il protagonista

Orlando, il protagonista del mio libro “Orlando e il mercato delle parole scontate” è un ragazzo di provincia il cui sogno è quello di scrivere le frasi della pubblicità. Un’intuizione che ha a 10 anni, mentre guarda uno spot in tv.

Le sue caratteristiche sono sensibilità e determinazione. Vuole fare il mestiere del copy a tutti i costi e non si scoraggia di fronte alle avversità che gli si presentano di volta in volta.

È un ragazzo che trasuda normalità da tutti i pori e forse per questo riesce più facile identificarsi con lui.

La sua natura volitiva lo accompagnerà sempre, dagli esordi ai momenti di gloria, durante il l’allontanamento forzato dal mestiere di copy, fino al momento in cui capisce qual è la sua strada.

In questa era digitale che ci ha abituati a guru del web che si palesano sui social con le loro best performance e i loro successi, Orlando vi mostrerà l’altra faccia della medaglia, fatta di tentativi, insicurezze e fallimenti.

Non solo, Orlando è uno che ci prova fino a quando non trova la sua vera strada, la sua missione personale e per lui questo sarà il successo.

Esercizi di scrittura creativa: storia di uno humanhero

Ho comprato da poco “I quaderni Fandango – Scrittura creativa – 20 grandi autori e 70 esercizi” e ho subito colto l’occasione per mettermi alla prova. Ho scelto come esercizio quello che richiede un breve testo in cui ti ispiri ad un dipinto o ad un’opera d’arte, pensando ai sensi che evoca e alla storia che c’è dietro al personaggio.

La scelta è ricaduta su un quadro dell’artista napoletano Luca Carnevale, che troneggia nel mio salotto su una parete accanto al balcone. Quindi signori e signore sedetevi comodamente perché sto per  raccontarvi la storia di un rapporto tra un eroe e il suo lato umano, del rapporto invertito tra l’essere umano e l’eroe, dove quest’ultimo è ridimensionato, e gli si ricorda che è arrivato dove è arrivato perché è partito dalla sua condizione di umano. E’ la storia di uno humanhero, un eroe che quando cala la maschera altri non è che un uomo con la sua lotta quotidiana.

Il mio humanhero è con me da qualche anno e la sua presenza si fa sempre sentire. E del resto come ignorarlo? Con i suoi colori vivi, la sua espressione di rabbia, immortalato in un’azione dirompente, non può non catturare l’attenzione di chi entra nella stanza. E’ un quadro, ma non evoca immobilità, al contrario, la sensazione che trasmette è quella di un uomo che, in un moto di rabbiosa sofferenza, si libera dei vestiti del supereroe per uscire allo scoperto nella sua umanità. Sembra quasi evocare la vittoria dell’umanità, con tutte le sue debolezze, sull’immortalità e l’indistruttibilità dell’eroe. Non è forse più eroico l’essere umano nella sua quotidianità?

L’ essere umano fa calare la maschera all’eroe che si presenta per quello che è. Il suo punto di partenza è il suo vissuto da umano che lo ha reso eroe, lo ha forgiato dandogli super poteri

Si è eroi perché la vita ci chiama ad esserlo. Lo status di eroe lo si conquista nella lotta quotidiana. La sudditanza dell’essere umano al supereroe si ribalta. L’essere umano riscatta la propria posizione nei confronti del supereroe ricordandogli che è tale grazie al suo sacrificio, alla suo dolore, al suo sangue.