
Gli stati vuoti appaiono all’utente quando utilizza per la prima volta un’applicazione, o visualizza il carrello vuoto di un sito e-commerce, o effettua una ricerca su di un sito e la ricerca non produce nessun risultato. Ognuna di queste azioni conduce l’utente ad una pagina o un’interfaccia vuota, che normalmente mostra un’anonima notifica del tipo
“La tua ricerca non ha prodotto nessun risultato”
Si possono sfruttare diversamente gli stati vuoti? Certo che sì! Anzi essi devono essere utilizzati per per mostrare all’utente le potenzialità dell’applicazione o del sito web, di un e-commerce.
Prendiamo ad esempio un’app che viene utilizzata per creare contatti professionali. Dopo la registrazione ti appare un’interfaccia vuota, perché non hai ancora inviato alcuna richiesta di collegamento. Questa interfaccia vuota è un esempio di stato vuoto. Per sfruttare lo stato in modo efficace esso potrebbe mostrarti un esempio di come sarebbe il tuo profilo se tu avessi 600 contatti. In questo modo saresti invogliato ad utilizzare l’app per arrivare a creare una lista di collegamenti simile a quella mostrata di default.
Come migliorare lo stato vuoto di un app
Iniziamo ad affrontare l’argomento degli stati vuoti partendo da quelli che appaiono all’utente dopo la registrazione ad un’app. In che modo si può migliorare lo stato vuoto di un’app?
- Utilizza un linguaggio persuasivo
Fai leva sulla curiosità dell’utente e sul fattore engagement. Se si è registrato alla tua app è perché vuole utilizzarla, quindi sfrutta lo stato vuoto per anticipargli cosa accadrà una volta che lui inizierà ad utilizzarla e invoglialo a continuare.
Un esempio di stato vuoto efficace è di Canva, che ti appare subito dopo la registrazione:

Canva opta per un linguaggio persuasivo e un invito all’azione, ovvero la CTA del pulsante “Crea un progetto”

Immagina se Canva al posto della pagina dell’immagine precedente, ti avesse mostrato una semplice scritta: “Non hai ancora creato nessun progetto”; essa non sarebbe stata per niente incoraggiante, in quanto sarebbe stata solo una conferma del fatto che non avevi creato ancora nessun progetto.
- Dai istruzioni su cosa deve fare l’utente per riempire lo stato vuoto
In questa immagine l’utente non è lasciato davanti ad una pagina vuota con mille punti interrogativi su come procedere. Al contrario egli può visionare una piccola guida su come l’applicazione aiuta ad organizzare i file.

Come migliorare lo stato vuoto di un carrello
L’utilizzo corretto degli stati vuoti si fa ancora più necessario quando ci troviamo davanti ad un carrello vuoto. In che modo un carrello vuoto può fungere da sprone per l’utente ad acquistare?
Vediamo nel dettaglio cosa si può fare per migliorare lo stato vuoto di un carrello:
- Specifica che il carrello è vuoto, che non ci sono oggetti al suo interno.

- Inizia un dialogo persuasivo con il tuo utente, incuriosendolo ed invogliandolo all’acquisto.

- Indirizza l’utente alla pagina delle offerte, mostragli i nuovi prodotti o quelli più popolari

Cliccando sul pulsante “Scopri le novità”, l’utente viene indirizzato al catalogo dei nuovi prodotti.
- Fai leva sulla riprova sociale, o recensioni interessanti da parte degli altri compratori

Stato vuoto nel risultato di ricerca
Per concludere l’argomento dedicato agli stati vuoti parliamo del caso in cui la nostra ricerca all’interno di un sito o di un e-commerce non produce alcun risultato.
Come anticipato in precedenza quando effettuiamo una ricerca che ha un esito negativo ci troviamo davanti ad uno stato vuoto con questa tipologia di notifiche:
“Nessun articolo corrispondente alla tua ricerca”.
Questo tipo di notifica induce l’utente ad abbandonare l’azione o addirittura il sito.
Come possiamo trasformare questo stato vuoto per recuperare l’utente, spronandolo a continuare con l’azione?
- Controllo della ortografia
Suggeriamo all’utente di controllare se ha scritto la parola nel modo corretto.
- Utilizzo del linguaggio informale e colloquiale
Utilizziamo un linguaggio informale e colloquiale che crei empatia con il nostro utente. Una notifica anonima può far desistere l’utente dall’azione. Al contrario un sincero rammarico per il risultato negativo della ricerca o una risposta più simpatica, può spronare l’utente a continuare:
“Oops qualcosa è andato storto. Riprova sarai più fortunato.”
“Ci spiace non poterti accontentare. Sembra che il tuo articolo non sia presente nel nostro catalogo. Sicuro di aver scritto la parola nel modo giusto? A volte la fretta gioca brutti scherzi”
Conclusione
La gestione degli stati vuoti migliora l’esperienza dell’utente drasticamente. Non lo lascia mai in balia di sé stesso, lo istruisce quando ce n’è bisogno, lo incita e lo invoglia all’azione.
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