
Orlando non poteva credere a ciò che stava succedendo: era tale la fiducia che il suo forse datore di lavoro gli aveva accordato, da lasciarlo solo nell’ufficio a cercare una soluzione al suo problema.
Pieno di orgoglio si disse: “Dai Orlando, metticela tutta, è la tua occasione d’oro!”
Orlando era lì da solo davanti al computer, chiuso nell’ufficio della Big Agency Communication nel tipico stato d’animo di chi non sa che pesci pigliare.
Filippo gli aveva detto poco e niente di questo lavoro e non sapeva davvero da dove iniziare. Quanto avrebbe dato per poter partecipare almeno ad una riunione con il cliente, o con qualunque anima viva del settore per far girare il cervello nel verso giusto. Ma era lì solo davanti al pc.
La posta in gioco era troppo alta per farsi prendere dal panico, per cui disse a se stesso: “Se non ti sei fermato davanti all’ascensore esterno e non ti sei tirato indietro nemmeno davanti al caffè, non puoi farlo proprio ora! Per cui forza e coraggio e cerca online qualcosa sull’azienda.”
La fortuna del principiante venne in suo soccorso e scoprì che il capo di questi ristoranti aveva rilasciato almeno una decina di interviste in cui spiegava perfettamente il know how della sua azienda. Orlando prese appunti e poi diede uno sguardo ai competitor. Altro che leader del settore, ce n’erano almeno una ventina che facevano la stessa cosa. Bisognava trovare l’elemento differenziate, ciò che rendeva unico quel cliente.
Prese carta e penna, alla vecchia maniera e d’improvviso sentì una leggera brezza all’interno dell’ufficio. Come se qualcuno avesse soffiato sul suo foglio. Si sporse in avanti per impedire che cadesse a terra, non riuscì ad afferrarlo e allora si chinò per raccoglierlo dal pavimento. Giusto il tempo di toccarlo e il foglio riprese il suo volo e poi di nuovo a terra. Orlando dopo un po’ si fermò: “Cosa diamine sta succedendo?” Si guardò intorno alla ricerca di una finestra o balcone da chiudere. C’era solo un piccolo oblò chiuso ermeticamente. Rimase perplesso. Quando il foglio decise di fermarsi di nuovo sul suo tavolo, al posto dove lo aveva messo lui inizialmente, Orlando sentì un colpo di tosse. Volse la testa nella direzione del rumore e si rese conto di non essere solo. C’era un giovanotto, vestito in giacca e cravatta, molto old style, portava i capelli pettinati all’indietro, aveva barba e baffi a manubrio, e fumava una pipa, era sorridente ma dallo sguardo trapelava una certa aria di sufficienza: “Ciao Orlando sono Igovyl”, e gli tese la mano con fare molto aperto. Una bella stretta di mano, forte e decisa, questa fu la prima sensazione che ebbe Orlando che a sua volta rispose: “Piacere di conoscerti…Lavori anche tu alla Big Agency Communication?”
L’altro esplose in una fragorosa risata e, dopo aver tirato la pipa ed essersi accarezzato i baffi, si limitò a rispondere: “Big? Qui di grande non vedo proprio niente. Ricorda Orlando, chi si presenta ad un meeting come un idraulico senza attrezzi, senza analisi di mercato, flow charts, documenti ecc…non merita l’attenzione di nessuno, e né tampoco la tua…”
Orlando rimase interdetto, poi abbassò lo sguardo sul foglio che aveva davanti a sé e miracolosamente la frase pronunciata da Igovyl comparve proprio davanti ai suoi occhi con una grafia che non era la sua. Alzò lo sguardo per chiedere maggiori informazioni ma Igovyl non era più nella stanza. Volatilizzato.
Il tempo scorreva implacabile e Orlando era lì, seduto alla scrivania, perché voleva quel lavoro a tutti i costi. Per cui decise di mettere da parte quella strana apparizione e si concentrò sul payoff da trovare prima che Filippo fosse di ritorno.
Preso dall’ansia incominciò a buttare giù qualche frase:
I buongustai, la migliore forchetta milanese
La tradizione è tutto soprattutto quella culinaria
I buongustai, il cibo buono realizzato ad arte
I buongustai, gli artigiani dei piatti…
Improvvisamente sentì dei passi che si avvicinavano alla porta, in preda all’ansia non sapeva più quale frase fosse la migliore, quando apparve sull’uscio un Filippo raggiante: “Orlando scusa se ci ho messo tutto questo tempo, spero non ti sia annoiato…”
Orlando ricambiò il sorriso e rispose: “ Per niente! Ho avuto anche modo di conoscere Igovyl, è stato qui per pochi minuti.”
“Igo chi?” chiese Filippo perplesso, che sentiva quel nome strambo per la prima volta. Dato però che non era sua indole prestare troppa attenzione al suo interlocutore, decise di archiviare la notizia e si fiondò letteralmente sul foglio di Orlando, lesse quello che c’era scritto, poi pronunciò euforico testuali parole: “Questa è roba che scotta…Ci siamo, ne sono convinto!” E preso dall’entusiasmo lo baciò in fronte.
Ad Orlando non fu dato sapere quale delle sue frasi fosse stata scelta da Filippo, ma a lui interessava ben poco, in quel momento. Il suo unico interesse era quello di ottenere lo stage per la Big Agency Communication.
Prese quindi coraggio e chiese timidamente: “Dunque Filippo sono stato scelto per lo stage?”
“Stage? Ma che stage Orlando. Con questo ottimo lavoro ti sei guadagnato il ruolo di socio co-fondatore! Da oggi tu sei al mio pari. Divideremo gioie e dolori. E per il momento, mi spiace comunicartelo, mi sa che sono più i dolori che le gioie. Ma noi riusciremo a sfondare e diventeremo una grande agenzia! Ne sono sicuro!”
Orlando non credeva alle sue orecchie, era entrato in quel luogo da spiantato ed usciva con una società tra le mani. La fortuna lo aveva proprio baciato.
Uscito dalla Big Agency Communication il suo entusiasmo svanì: doveva affrontare di nuovo il mostro, l’ascensore esterno. Si fece coraggio ed entrò nell’abitacolo mostruoso. “Hey ci rincontriamo…” Orlando scosso dai suoi pensieri ansiogeni riconobbe la voce amichevole di Igovyl e rispose entusiasta: “Ciao, sai il colloquio è andato benissimo…”
Igovyl lo guardò dritto negli occhi e dopo una lieve carezza ai baffi rispose sprezzante: “Fai attenzione! Chi si presenta ad un meeting come un idraulico senza attrezzi non merita l’attenzione di nessuno, né tampoco la tua…”
Uscirono dall’ascensore e Orlando perplesso si girò verso di lui per chiedergli cosa significasse quella frase, ma di Igovyl non c’era più traccia, l’unico elemento che testimoniava la sua presenza era l’odore acre della sua pipa.
Era scomparso di nuovo. Infastidito da questo atteggiamento alquanto bizzarro, Orlando decise di ignorarlo del tutto. Se ne tornò a casa, sicuro che nel giro di poche ore sarebbe arrivato nella sua email il fatidico contratto di co-fondatore della Big Agency Communication.
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